27 Aprile 2012

Musica – Aprile 2012

SE ALLA FESTA DI BACH IL CLAVICEMBALO È SCORDATO

La World-Bach Fest, svoltasi a Firenze fra il 9 e l’11 marzo scorsi, è stata presentata come una manifestazione “nata spontaneamente” dalla rete (lo slogan “da facebook a facebach” già la dice lunga), come succede ormai apparentemente per una moltitudine di eventi umani, dal lancio di una canzone alla rivolta libica. I registi di questa pacifica “Woodstock bachiana”, però sono fondamentalmente due: il pianista Ramin Bahrami e il musicologo-compositore Mario Ruffini. Gli aspetti entusiasmanti non sono certo mancati: per tre giorni Firenze si è trasformata in una Lipsia italiana e i cittadini hanno potuto ascoltare (gratuitamente) ore ed ore di musica e di approfondimenti in un’atmosfera di condivisione gioiosa e priva di quei formalismi ingessati che spaventano il pubblico dei più giovani. Se l’iniziativa è decisamente da applaudire, non sono mancate però le ombre. Passi il fatto che Ruffini, nel video che campeggia sull’home page della Bach-Fest, definisca Bahrami “il più grande interprete vivente di Bach” (che senso ha fare classifiche in musica? E Gardiner o Shiff salirebbero sul podio di Super-Classifica-Bach?): si sa che ormai il marketing chiede insistentemente l’iperbole, anche a costo delle cadute di stile. Nessuno nega a Ramin Bahrani la patente di “bachiano” né è in discussione il suo talento e la sua passione per il Kantor: ma proprio lui che stigmatizzò il “troppo fumo” di Giovanni Allevi non dovrebbe lasciare che la propria immagine subisca un trattamento da supermarket. Il fatto veramente preoccupante, però, è l’assenza dell’organo e del clavicembalo. Il secondo, in realtà, era previsto: ma l’organizzazione ha imposto che i cembalisti suonassero uno strumento progressivamente scordatosi e con corde rotte. Benché gli esecutori fossero disponibili ad effettuare l’accordatura, l’irreperibilità della chiave ha reso impossibile anche questa opzione. Unica alternativa? Migrare al pianoforte. Se molti hanno chinato la testa e si sono accontentati, non così è stato per Luca Oberti, uno dei migliori talenti del cembalo in Europa, che si è rifiutato di suonare: una scelta che difende la dignità e il valore dello strumento per il quale Bach scriveva e che denuncia una disattenzione che la Bach-Fest, proprio perché nata sotto i migliori auspici, non dovrà più permettersi.

Luca Ciammarughi